2014 – Riflessioni in merito alla Riforma della Pubblica Amministrazione

Di nuovo, con periodicità costante, si riparla e si ridiscute di come riformare la Pubblica Amministrazione e di come risparmiare in termini di costi per il cittadino.

Non voglio entrare in questo momento in questa discussione che in modo ciclico attanaglia e appassiona il popolo italiano che, purtroppo, si lascia abbindolare da falsi profeti che porgono sul piatto del risanamento il licenziamento dei pubblici dipendenti e un ridimensionamento dell’apparato statale come strumento di risanamento e di ritorno alla “prosperità di una volta”.

Ma la “prosperità di una volta” derivava, guarda caso, da una pubblica amministrazione efficiente, in parte autonoma dal potere politico, formata da “civil servant” che vedevano nel loro lavoro al servizio dei cittadini una ragione di vita e di orgoglio.

Riguardando i miei lavori realizzati nel corso dei miei 40 anni circa di dirigente nella Pubblica Amministrazione ho trovato due contributi scritti nei primi anni ’90 quando, anche allora, era di moda parlare di “Riforma della Pubblica Amministrazione” e, in particolare di privatizzazione del rapporto di impiego dei dirigenti pubblici.

Proprio questo, ritengo, sia il tema centrale e di partenza per una reale e convincente riforma della Pubblica Amministrazione: partire da una definizione e, se necessario, ripensamento del ruolo e delle competenze dei dirigenti che sono incaricati di guidare l’apparato pubblico.

Qualcosa si è fatto ma, certamente, non in modo efficace e sufficiente. Una lettura di quanto scritto allora mi sembra ancora attuale e “incompiuto” e forse potrebbe essere utile per tutti coloro che oggi parlano di riforma della Pubblica Amministrazione a volte per slogan e spesso senza sapere esattamente di cosa parlano.

Per chi ha voglia e interesse …. BUONA LETTURA